caffè moka

Caffè

Il caffè è stato considerato per anni una bevanda pericolosa per la salute del cuore e per l’apparato cardiovascolare in generale, ma è realmente così?

Gli ultimi studi scientifici dimostrano che un consumo moderato di caffè (3-5 tazzine al giorno) danno più benefici che controindicazioni in soggetti sani (tenendo però in considerazione la risposta individuale alla caffeina, regolandone di conseguenza il consumo). [1]

L’assunzione del caffè determina una serie di reazioni fisiologiche che portano ad un’attivazione della vigilanza mentale (maggiore capacità di concentrazione, prontezza nelle reazioni e miglior controllo motorio), che sono ben note a tutti per esperienza diretta e che sono state ampiamente confermate dai risultati della ricerca scientifica. Inoltre, sembrerebbe anche migliorare la depressione e apportare benefici nel prevenire lo sviluppo del morbo di Parkinson, ma questi ultimi benefici richiedono ancora studi di approfondimento. [2]

Una meta-analisi del 2019 aveva evidenziato un minor rischio di mortalità per tutte le cause in soggetti che consumavano 3-4 caffè al giorno. [3]

Un’altra meta-analisi del 2018 aveva evidenziato che una tazzina di caffè in più al giorno corrisponderebbe ad una riduzione del 7% circa del rischio di insorgenza del diabete di tipo 2, grazie alla componente polifenolica (soprattutto l’acido clorogenico), che porterebbe ad una diminuzione della resistenza all’insulina e dell’intolleranza al glucosio, un miglioramento della funzione epatica e del metabolismo, e anche ad un effetto favorevole sul profilo lipidico. [4]

Un altro studio del 2014 rivelò che un regolare consumo di caffè (da 3 a 5 tazzine al giorno) può avere un lieve effetto di riduzione del rischio cardiovascolare, inoltre, non comporta un aumento della pressione sanguigna e sembrerebbe addirittura avere un effetto preventivo, anche se modesto, del rischio di sviluppare ipertensione, grazie probabilmente alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie del caffè. [5]

Il consumo del caffè risulta, dunque, utile in caso di obesità, in particolare quando coesista una ipofunzione tiroidea. [6]

N.B. I rischi potenziali da tener presente sono che la caffeina potrebbe aumentare il rischio di glaucoma e, in soggetti non abituati ad assumerla, aumentare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, compromettere la qualità del sonno e indurre anche sentimenti di ansia e reazioni disforiche dell’umore.
Inoltre, al momento, sembra sconsigliabile il consumo anche minimo di caffè durante la gravidanza, in caso di colite spastica, gastrite, crampi muscolari, disturbi del ritmo circadiano, insonnia, ipereccitabilità neurologica, ipertiroidismo e cefalee da ipertono adrenergico e di origine epatica.

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[1] AlNut – News ALIMENTAZIONE & NUTRIZIONE – ottobre 2021

[2] van Dam RM, Hu FB, Willett WC. Coffee, Caffeine, and Health. N Engl J Med. 2020 Jul 23;383(4):369-378. doi: 10.1056/NEJMra1816604. PMID: 32706535.

[3] Kim Y, Je Y, Giovannucci E. Coffee consumption and all-cause and causespecific mortality: a meta-analysis by potential modifiers. Eur J Epidemiol 2019;34:731-52.

[4] Carlström M, Larsson SC. Coffee consumption and reduced risk of developing type 2 diabetes: a systematic review with meta-analysis. Nutr Rev 2018;76:395-417.

[5] Ding M, Bhupathiraju SN, Satija A, van Dam RM, Hu FB. Long-term coffee consumption and risk of cardiovascular disease: a systematic review and a doseresponse meta-analysis of prospective cohort studies. Circulation 2014;129:643-59.

[6] F. Aufiero, M. Pentassuglia; Il ruolo nutrizionale e terapeutico degli alimenti; Vis Sanatrix Naturae;  Roma (2015)

FRAGOLE

Fragole

Le fragole sono un frutto primaverile-estivo, il loro periodo di maturazione va da aprile fino a luglio.

Contengono molte vitamine (soprattutto la vitamina C) e sali minerali (potassio, calcio, ferro, magnesio e fosforo) a fronte di un esiguo apporto calorico e zuccherino (per questo consigliate nelle diete dimagranti e per i diabetici). [1]

Grazie al contenuto di vitamina C, migliorano l’assorbimento del ferro contenuto in altri alimenti.

Sono composte per il 90% di acqua, per questo sono ottime per chi soffre di ritenzione idrica o da consumare nelle prime giornate calde per il loro potere idratante.

Hanno un buon contenuto di iodio e per questo sono un ottimo stimolo tiroideo, favorendo il dimagrimento.

Contengono, infine, numerosi antiossidanti (favonoli, antociani e acidi fenolici) capaci di prevenire alcune forme di cancro (come il tumore al seno, alla cervice, al colon e all’esofago), malattie cardiovascolari e diabete. [2]

N.B. Unico accorgimento va posto nel caso di terapie anticoagulanti e antiaggreganti, in quanto potrebbero andare ad interferire con alcuni di questi farmaci.

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[1] F. Aufiero, M. Pentassuglia; Il ruolo nutrizionale e terapeutico degli alimenti; Vis Sanatrix Naturae;  Roma (2015)

[2] Afrin S, Gasparrini M, Forbes-Hernandez TY, Reboredo-Rodriguez P, Mezzetti B, Varela-López A, Giampieri F, Battino M. Promising Health Benefits of the Strawberry: A Focus on Clinical Studies. J Agric Food Chem. 2016 Jun 8;64(22):4435-49. doi: 10.1021/acs.jafc.6b00857. Epub 2016 May 31. PMID: 27172913.

trippa al pomodoro

Trippa

La trippa è una frattaglia, ricavata principalmente dal rumine (primo stomaco) dell’animale (bovino, suino o ovino), che normalmente viene raschiato, lavato con cura e precotto in acqua calda.

Si tratta di un alimento proteico (proteine di elevato valore biologico) con un ridotto contenuto di grasso e per questo ipocalorico. Contiene molto tessuto connettivo, che in cottura si trasforma in gelatina. La cottura permette al collagene di idrolizzarsi ed essere biodisponibile. È proprio il collagene a rendere questo alimento un ottimo alleato per la salute delle articolazioni, dei capelli, della pelle, delle unghie, oltre che di muscoli, ossa e denti.
E’, inoltre, ricco di ferro, calcio, magnesio, zinco, selenio, colina e vitamine del gruppo B (tra cui la vitamina B12).
Contiene anche una discreta quota di colesterolo, per cui si consiglia di non abusarne, ma non va per questo demonizzato[1].

Inoltre, si tratta di un taglio di carne molto economico e sostenibile, in quanto permette di ridurre gli sprechi connessi alla macellazione delle carni[2].

Per il contenuto di acido urico è sconsigliato per i soggetti con iperuricemia.

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Noi l’abbiamo cucinata in modo molto semplice (soffritto in cui abbiamo fatto rosolare la trippa tagliata a listarelle, con successiva aggiunta di sugo di pomodoro e peperoncino), ma di ricette ne esistono davvero molte, ovviamente gli ingredienti che aggiungerete, faranno variare gli apporti nutritivi del piatto.

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[1] https://fdc.nal.usda.gov/fdc-app.html#/food-details/1098665/nutrients

[2] Jayathilakan K, Sultana K, Radhakrishna K, Bawa AS. Utilization of byproducts and waste materials from meat, poultry and fish processing industries: a review. J Food Sci Technol. 2012 Jun;49(3):278-93. doi: 10.1007/s13197-011-0290-7. Epub 2011 Feb 20. PMID: 23729848; PMCID: PMC3614052.

Miele d'acacia

Miele

Il miele è un dolcificante naturale, con un potere edulcorante leggermente superiore a quello del comune zucchero (di canna o di barbabietola), dovuto al fatto che gli zuccheri al suo interno (i monomeri fruttosio e glucosio) si trovano separati e non aggregati a formare il saccarosio (disaccaride).
Inoltre, rispetto allo zucchero ha un contenuto maggiore di acqua (circa un 20% in più, che determina un minore apporto calorico), di amminoacidi, di enzimi, di vitamine, di minerali (come sodio, potassio e fosforo) e di composti fenolici, importanti per definire i benefici che il miele apporta alla salute.

Il miele ha, per esempio, proprietà antiossidanti, immunomodulanti e antimicrobiche e, per questo, la medicina popolare lo ha da sempre utilizzato per combattere/alleviare le infezioni delle alte vie respiratorie. Il miele sembrerebbe avere, dai risultati di una revisione sistematica e una meta-analisi, un’efficacia maggiore rispetto a quella di diversi medicinali normalmente utilizzati per il miglioramento dei sintomi delle infezioni del tratto respiratorio superiore, fornendo un’alternativa ampiamente disponibile ed economica agli antibiotici, oltre a rallentare la diffusione della resistenza antibiotica[1].

Ha anche un’azione lassativa, che lo rende particolarmente utile in caso di stipsi ostinata, ma controindicato nelle dissenterie, rettocolite ulcerosa, morbo di Crohn, allergie e diabete scompensato[2].

Diversi studi hanno, infine, enfatizzato il ruolo del miele nell’attenuare i rischi nella patogenesi dell’aterosclerosi, attribuibili principalmente ai composti fenolici presenti nel miele[3].

Dunque, nonostante siano certamente necessari ulteriori studi sulle svariate proprietà di questo “cibo degli dei”, è sicuramente consigliabile inserirlo nella nostra alimentazione, senza però eccederne, trattandosi pur sempre di una sostanza dolcificante.

Lo si può utilizzare come sostituto dello zucchero per dolcificare bevande (ottima la soluzione di acqua, succo di limone fresco e miele per contrastare la stipsi ostinata) o torte/biscotti fatti in casa, ma anche essere abbinato ai formaggi o spalmato sul pane con il burro o la ricotta per una colazione nutriente, gustosa e saziante.

N.B. Non si deve somministrare ai bambini con età inferiore ai 12 mesi (meglio se inserito a partire dai 2 anni, in quanto l’OMS consiglia non far consumare zuccheri aggiunti a bambini con età inferiore), per il rischio di botulismo infantile. Infatti, le api possono raccogliere le spore di “Clostridium botulinum” insieme al nettare. Queste spore possono resistere nel miele ed essere ingerite con il consumo di questo alimento. I bambini molto piccoli non possiedono ancora una flora intestinale completa, per cui il loro intestino rappresenta un ambiente favorevole per la germinazione delle spore e per la successiva la produzione della tossina, che causa il botulismo. Il botulismo è una sindrome che determina paralisi generale del corpo, con conseguente morte per soffocamento.
Questo pericolo non consiste negli adulti e nei bambini più grandi avendo una flora intestinale completa, che non permette alle spore di trovare terreno fertile per la germinazione.

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[1] Abuelgasim H, Albury C, Lee J. Effectiveness of honey for symptomatic relief in upper respiratory tract infections: a systematic review and meta-analysis. BMJ Evid Based Med. 2020 Aug 18:bmjebm-2020-111336. doi: 10.1136/bmjebm-2020-111336. Epub ahead of print. PMID: 32817011.

[2] F. Aufiero, M. Pentassuglia; Il ruolo nutrizionale e terapeutico degli alimenti; Vis Sanatrix Naturae;  Roma (2015)

[3] Nguyen HTL, Panyoyai N, Kasapis S, Pang E, Mantri N. Honey and Its Role in Relieving Multiple Facets of Atherosclerosis. Nutrients. 2019 Jan 14;11(1):167. doi: 10.3390/nu11010167. PMID: 30646548; PMCID: PMC6356546.

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